La selezione del personale: uno tsunami inaspettato?
Parliamo di un argomento caldo, direi anche, incandescente dato il periodo: la ricerca disperata di farmacisti.
Il fenomeno- per molti versi figlio della pandemia- se non adeguatamente risolto o comunque, se non dovesse subire nei prossimi mesi- e dico mesi- una adeguata inversione di tendenza, rischierà di mettere seriamente in difficoltà molte farmacie private, e non, che negli ultimi anni, complice l’emergenza sanitaria, hanno deciso di investire risorse imprenditoriali nell’erogazione di servizi con un intensificarsi dell’impegno professionale; qualche farmacia, infatti, sta già comunicando sui propri canali social la decisione di ridurre gli orari, causa carenza di personale.
Certo, avremmo ovviamente tutti voluto fare a meno di complicarci la vita e la professione a causa della pandemia, ma come sempre, qualunque fenomeno sociale ed economico di impatto mondiale contiene in sé un cambio di paradigma, il quale come sosteneva il filosofo Thomas Kuhn, “Diventa necessario laddove di fronte ai molteplici problemi che non si riescono a risolvere con l’applicazione di un determinato approccio, e quindi si mettono in dubbio i principi fino a quel momento seguiti e accettati come dogmi, e si va alla ricerca di un paradigma nuovo ripensando concetti e metodi per la risoluzione dei problemi”.
Ho provato a chiedermi qual è allora il paradigma da attivare e soprattutto quale nuovo metodo va applicato per gestire un fenomeno così anomalo; la risposta, strano a dirsi, l’ho trovata nella ornitologia.
Si certo, l’ornitologia, quella scienza che è in grado di spiegarti perché i gabbiani sono diventati i principali abitanti dei Fori Romani o come fanno i picchi delle ghiande ad immagazzinarne fino a cinquantamila nel loro rifugio.
Un ambito di particolare fascino delle ricerche degli ornitologi attiene due momenti della vita dei volatili in cui il comportamento di un pennuto ha un non so che di magnetico, quasi soprannaturale: il primo è quello della migrazione, conseguenza del fatto che l’animale non è più in grado di tollerare le avversità ambientali per poi farvi ritorno nella stagione successiva mentre l’altro è quello dell’attrazione in cui la ricerca di un partner si estrinseca in rituali particolarmente complessi nei quali il maschio dovrà spettacolarizzare tutto se stesso per conquistare la pennuta più interessante della compagnia.
Migrazione ed attrazione, due momenti in cui il mondo pennuto esprime tutto se stesso ma il cui senso e significato rappresenta una interessante metafora anche per la gestione e la selezione dei collaboratori.
Mi spiego meglio.
La ragione della difficoltà sempre più incalzante di trovare farmacisti è di fatto legata ad una scarsa attrattività della professione, le cui quotazioni sociali sono sensibilmente calate dato il forte pressing alimentato dal Covid, che ha messo in luce un problema per lungo tempo sottaciuto – a parte certi rumors sui blog di categoria- quello cioè della scarsa retribuzione e della complessa conciliazione dei tempi della professione con una vita privata di qualità.
Non voglio qui attardarmi in nostalgiche disquisizioni sul senso del sacrificio e sul votarsi in toto alla causa lavorativa poiché va preso atto che, per le giovani generazioni il lavoro è mezzo e non fine e quindi, laddove soddisfazioni economiche, professionali e personali non coincidono, allora con molta più facilità del passato si “fanno le tende” e si emigra altrove, e non necessariamente presso un’altra farmacia, anche verso il mondo della scuola, come sta accadendo di recente.
Insomma è un problema di migrazione da un ambiente avverso da un lato e di attrazione dall’altro; leggo ancora annunci in cui si offrono contratti part time, a tempo determinato, solo per il week end… ma dove sono gli incentivi economici, la presenza di progetti di formazione e qualificazione finanziati dalla farmacia, la possibilità di usufruire di un welfare aziendale o di godere di un orario dinamico?
Ma si vuole ancora attrarre giovani farmacisti con certi specchietti per le allodole (i pennuti ritornano) con la logica del siamo un team giovane e crediamo in te?
Se credi in me devi darmi soldi ed opportunità di crescita e qualificazione, reali.
Quale la grande delusione o occasione mancata?
Che proprio ora che, come non mai, nella farmacia italiana post pandemica la possibilità di erogare servizi è diventato l’asset del futuro in cui il farmacista può riaffermare la sua vocazione di operatore sanitario, non si trovano professionisti desiderosi di intraprendere questa antica e moderna attività sanitaria; si fa in sostanza grande fatica a ricreare una migrazione di ritorno a causa di una scarsa attrazione.
Ed è da qui che bisogna ripartire ed anche con grande velocità.
Se sei un titolare alla ricerca ti consiglio:
- Investi in progetti formativi per i tuoi collaboratori attuali e futuri;
- Pagali bene in relazione ad obiettivi sfidanti,
- Incentivali con progetti.
La selezione è il test di prova della tua capacità gestionale in quanto è il punto di arrivo di un percorso teso a rendere attraente la tua organizzazione, innanzitutto per quelli che già lavorano con te, per poi calamitare gli interessi di nuovi soggetti.
Se sei un farmacista collaboratore, alle prime esperienze o già navigato, emigra verso farmacie attraenti in cui ne valga la pena spendere tempo ed energia; prima di inviare un cv o quando sei ad un colloquio:
- Informati se il titolare ha il “sacro fuoco dell’imprenditoria” dentro, ovvero ha progetti di crescita e sviluppo;
- Verifica se ci sono opportunità di poter partecipare a corsi di formazione e qualificazione professionale;
- Affronta il tema economico (se ti fanno proposte border line o tirocini sgangherati, rifiutale immediatamente) valutando se sono previsti incentivi in prospettiva.
L’emigrazione si risolve con l’attrazione; bisogna attivare la possibilità di ritornare in un luogo in cui si abbia voglia di prosperare; il cambiamento, come sempre, è prima culturale e poi gestionale.
Nella vita come nella professione.
Buon volo!
Michele Ciccolella – responsabile Italia FarmaHiSkill
Se sei alla ricerca di opportunità reali di crescita professionale in farmacia, invia il tuo cv a info@farmahiskill.itindicando a quale provincia o regione sei interessato.